Non so se sia normale, ma qui in condominio abbiamo un vicino, Davide, che ha fatto della brace uno stile di vita. Abita al piano terra, ha un mini cortiletto con due sedie di plastica, una pianta di rosmarino e un barbecue grande quasi quanto la cucina. Da maggio a settembre quel cortile si trasforma in santuario della grigliata. Certe sere sembra di stare davanti a una rosticceria, manca solo la carta unta.
Venerdì? Griglia. Sabato? Griglia. Domenica? Griglia, doppia. Una volta ha grigliato anche di lunedì, “per smaltire il trauma del weekend”, ha detto. Io pensavo scherzasse. Invece no, ha fatto pollo e melanzane. Il lunedì. Alle 18.10. Con ancora la camicia da ufficio addosso.
Ora, io non ho nulla contro una bella salamella. Ma vivo al primo piano, e ogni volta che stendo i panni, torno a ritirarli che sanno di pancetta affumicata. Lenzuola all’aroma di costine. Intimo che profuma di salsiccia. Una volta ho piegato un pigiama e ho sentito odore di lardo. Non sto scherzando. Il mio bucato è diventato una tapas.
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