L'erba del vicino non è sempre più verde

Coinquilini, Storie dal vicinato

Vivo in un appartamento con altri due coinquilini.

Scrivo anche io, perché secondo me condividere certe esperienze è una forma di terapia.

Vivo in un appartamento con altri due coinquilini.
Uno lavora in smart working, l’altro studia ingegneria gestionale.
Io cerco solo di sopravvivere.

La gestione quotidiana della casa è un incrocio tra un reality e un test psicologico.
Uno di loro usa la cucina come se stesse partecipando a MasterChef, ma lascia tutto in modalità “post-apocalisse”.
Padelle ovunque, schizzi di sugo sulle piastrelle, e il lavello usato come installazione artistica.
Una volta ho contato quattro piatti, tre tazze, una grattugia e un mestolo… solo per fare un uovo strapazzato.

L’altro invece vive nel silenzio assoluto.
Parla pochissimo, ma annota ogni cosa.
Ha un foglio Excel con segnato chi ha comprato la carta igienica, quante volte ha svuotato il bidone e quanti minuti ha usato la lavatrice.
Dice che serve “per equità”.
Io dico che è pronto per il Grande Fratello fiscale.

Una volta hanno litigato perché uno ha acceso la cappa durante una chiamata importante.
Risultato: otto minuti di silenzio passivo con sguardi da duello western.
Io in mezzo, con il mio toast in mano.
Testimone oculare della deriva umana.

Ecco un altro VDI:   Pedala

Ma il momento migliore resta quello delle pulizie.
Abbiamo un calendario.
Firmato.
Con turni settimanali.

Funziona?
No.
Perché ogni settimana uno è “impegnato”, l’altro “ha già fatto ieri sera”,
e io mi ritrovo a passare l’aspirapolvere con lo sguardo della disperazione.

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