L'erba del vicino non è sempre più verde

Storie dal vicinato

Shit Happens and Good Luck

A un centinaio di metri da casa mia, c’è una pizzeria. Percorrendo Il breve tratto che la separa dal mio condominio, sulla destra si trovano in successione, una piccola palazzina, una bifamiliare, una villa singola e quattro villette schiera. Una delle quattro villette, da molti anni, viene data in locazione a famiglie americane in quanto qui vicino c’è una base militare.

Generalmente gli inquilini non interagiscono molto con il mondo esterno, ma come ho già scritto in altri post il fattore C., il cane, ti obbliga spesso a fare comunque incontri desiderati o meno, con il prossimo

Fino a poco tempo fa in questa villetta c’era una famiglia che aveva appunto un cane, un enorme alano nero maschio che chiameremo Gaetano, o meglio, Gaetanino.

Gaetanino era grande più o meno come un piccolo asino, una bestiola di circa 100kg con una testa grande all’incirca come un pensile della cucina.

La recinzione della villetta è molto bassa, una piccola siepe copre una rete metallica, di quelle classiche verdi a maglie larghe.

Nel punto di confine tra i giardini delle due villette c’è un gradino che permetteva a Gaetanino di posare le zampe anteriori e di affacciarsi sul marciapiede esterno.

Il più delle volte lo faceva di soppiatto; al passaggio di qualche pedone sbucava all’improvviso e spalancava la bocca in un latrato umido e sbavante.

Ecco un altro VDI:   Il cane nella gabbietta

Una signora a piedi è caduta di culo a terra per la paura, la vicina di casa ha più volte chiamato i vigili, qualche bambino nel passeggino si è messo a piangere disperato. Il tutto nell’indifferenza della padrona, un personaggio che sembrava arrivato da Wisteria Lane.

Anch’io, ammetto, ci ho lasciato qualche mese di vita per lo spavento tanto che solitamente camminavo sul marciapiede opposto.

La testa di Gaetanino non era per nulla rassicurante anche perchè l’impressione era quella che bastasse un piccolo balzo per uscire dalla recinzione.

In realtà incontrato fuori era socievole, ma da dentro era davvero pauroso tanto che col tempo molti che sapevano evitavano di passare li davanti.

Un giorno, mentre tornavo con delle pizze da asporto, è sbucato all’improvviso. Non ero pronto, e distrattamente sono passato per quel marciapiede: ho salvato le 4 pizze che tenevo in una sola mano mentre con l’altra prendevo le chiavi di casa, ma ricordo ancora il calore della mozzarella che si faceva strada tra palmo, polso fino ad arrivare al gomito.

Ustione di grado imprecazione primo grado con ascendenti diretti e affini.

Poi Gaetanino mi ha guardato con aria di sfida e la padrona in giardino ha riso in modo isterico. Ho capito che godeva nel veder il cane spaventare la gente.

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Come se non fosse sufficiente, qualche giorno dopo scoprii che la padrona di Gaetanino aveva cambiato il percorso della solita passeggiata mattutina abbandonando la via dei campi coltivati per venire nella striscia di verde davanti a casa mia per lasciar fare i bisognini a Gaetanino.

Dopo averli visti all’opera le ho fatto gentilmente notare che gli escrementi dovevano essere raccolti, ma in modo beffardo mi ha risposto che a lei fa schifo e che “nature eats nature”….(ma che cazzo di proverbiò è) sostenendo che la cacca è biodegradabile.

In pochi giorni la striscia verde in cui ero solito passeggiare con il cane era diventata una striscia minata.

Una mattina appena incontrata le ho fatto notare che se avessimo fatto tutti come lei, m quell’aiuola sarebbe diventata un “Sea of Shit”.

Lei mi ha risposto: “Don’t worry tomorrow we leave” (non ti preoccupare domani ce ne andiamo).

Era finito anche per loro il tempo di rimanere nella base qui vicino.

Ero sollevato perché quella vicina maleducata ed il suo cane cacatore e spaventatore di folle se ne sarebbero andati.

Ho abbozzato un sorriso sforzato e le ho detto “Good Luck”.

Buona fortuna.

Si perché di questo si parlerà nelle prossime righe.

Mi sentivo leggero, con la sensazione di non aver quasi la terra sotto i piedi.

O meglio sotto i miei piedi, il mio piede sinistro per la precisione, il terreno era diventato magicamente soffice.

Ecco un altro VDI:   L'asilo

Troppo soffice.

Mentre appoggiavo il passo me ne rendevo conto abbandonando ogni speranza di sopravvivenza.

Il mio piede sinistro stava letteralmente scomparendo nella merda di Gaetanino. Ricordo la mia scarpa svanire nelle tenebre marroni: ebbene sì, lateralmente si stavano alzando due muri ai lati del mio piede.

La scena biblica della divisione del Mar Rosso si stava ripetendo.

I muri di cacca come si sono alzati, così sono scesi crollando su loro stessi e avvolgendo il mio piede in un caldo abbraccio.

Il mio livello di imprecazione era sulla modalità “smodata”.

Non avevo pestato una cacca di cane, ero stato pestato da una cacca si cane.

Enorme, fetida, calda, pesante appiccicosa.

La padrona di Gaetanino attirata dalle mie esclamazioni si è girata verso di me, mi ha guardato e ha detto alzando le spalle “Shit Happens”.

Sono rimasto fermo immobile, frastornato, indeciso completamente “immerdolizzato”.

Avrei voluto farle tante cose, ma mentre fantasticavo sui 237 modi in cui ucciderla la vedevo allontanarsi, come le mie speranze di avere giustizia.

“Good Luck” le avevo appena detto e come un boomerang la fortuna era tornata indietro da me facendosi pestare.

#unavitaadepisodi

**Storia pubblicata con l’autorizzazione del genio di Massimo Atzeni 

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