L'erba del vicino non è sempre più verde

Storie dal vicinato, Vicini e animali

Ne ho viste tante.

Sono portiere da più di vent’anni in uno stabile a Milano.
Ne ho viste tante.
Persone cambiare, cani crescere, gatti sparire e poi ricomparire come se niente fosse.

Ma se c’è una cosa che ho capito è che quando un animale entra in un condominio, entra anche nella testa di tutti.
Nel bene e nel male.

Abbiamo avuto la signora del terzo che portava a spasso il suo coniglio nano al guinzaglio.
Un giorno si è fermato davanti al cancelletto automatico e non voleva più saperne di muoversi.
Cinque macchine in coda, io che corro con la paletta del ghiaccio per farlo spostare,
e la signora che dice: “È solo timido, non lo stressate.”

Poi c’è il cane del settimo piano.
Lo chiamano “Zorro”, ma io lo chiamo “l’ascensorista”,
perché ogni volta che sente il ding dell’ascensore, abbaia tre volte.
Non due.
Non quattro.
Sempre tre.

È talmente preciso che una volta mi ha avvisato che si era bloccato il vano: nessun rumore… tranne l’assenza dei suoi tre abbai.
Mancava il suono.
E aveva ragione.

Ecco un altro VDI:   Buona Sveglia!

Abbiamo anche un gatto condominiale.
Ufficialmente è della famiglia del quarto,
ma ufficiosamente è del palazzo.
Si fa colazione da uno, si fa il pisolino sulla cesta delle raccomandate e si fa aprire la porta da me con uno sguardo tipo: “Muoviti.”

Una volta ha dormito nel carrello delle pulizie.
Me ne sono accorto solo dopo aver fatto tre piani con lui dentro.

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