Abito al secondo piano, palazzo di sei famiglie, gente normale, niente di che.
Tranne i vicini del quarto piano.
Loro… sono un universo a parte.
Premessa: marito e moglie sulla settantina, simpatici, elegantissimi, vestiti sempre come se dovessero presentare il meteo.
Però sono convinti di vivere in un mondo parallelo.
Ogni sabato, puntuali alle 11 del mattino, mettono su musica jazz… dal balcone.
Non con le casse, no.
Con un grammofono.
VERO.
Lo hanno piazzato lì, accanto ai gerani, con il disco che gira e loro che si siedono con una coperta sulle ginocchia, come se stessero su una terrazza di Parigi nel 1940.
Una volta ho chiesto perché.
Mi hanno risposto che è “per ricordare alla gente che il tempo ha bisogno di ritmo”.
Io volevo solo buttare la plastica, ma va bene.
Poi, a settembre, hanno appeso un lenzuolo bianco dal balcone con scritto “Buona vendemmia a tutti!”
Solo che nessuno fa vendemmia.
Nemmeno loro.
Abitiamo in città.
Ma tutti hanno risposto con cartelli tipo “Salute!” o “Alla vostra!”.
Un condomino ha anche portato un grappolo d’uva finto e l’ha lasciato sul loro zerbino.
A ottobre, organizzano la castagnata condominiale.
Ma attenzione: nessuno sa quando.
Un giorno, dal nulla, mettono un cestino di castagne al centro del cortile e un cartello:
“Chi vuole, si sieda. Il resto verrà da sé.”
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