sono Federico, abito al secondo piano scala C (quello con le tapparelle sempre mezze rotte, per intenderci 😅).
Premetto che non voglio creare polemiche ma solo condividere un episodio di oggi pomeriggio, che secondo me merita due righe.
Mio figlio Samuele, 6 anni, era giù in cortile a giocare col suo monopattino nuovo (quello blu elettrico, se l’avete sentito sfrecciare). Ad un certo punto ha inciampato sul gradino del vialetto, si è sbucciato il ginocchio e si è messo a piangere come se gli fosse crollato il mondo addosso.
Io ero al telefono con l’idraulico, quindi ho sentito solo il pianto e ho buttato giù la chiamata per correre fuori.
Quando arrivo, lo trovo seduto sulla panchina. Accanto a lui… il signor Luciano del primo piano.
Gli teneva un fazzoletto bagnato sul ginocchio e gli raccontava – giuro – una storia di quando faceva il servizio militare e si era storto una caviglia su un sentiero di montagna. Mio figlio rideva, anche se piangeva ancora un po’.
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