L'erba del vicino non è sempre più verde

Storie dal vicinato

A Natale puoi…

A Natale puoi fare quello che non hai fatto mai: per esempio non scassarci le palle. Perché quando un vicino è insopportabile e ti impedisce letteralmente di vivere, lo fa anche a Natale e lo fa (probabilmente involontariamente) con tutti i mezzi possibili.

Parliamo di Gennaro, il nostro “vicino mannaro“. Gennaro abita sopra di me e per quanto io cerchi di essere tollerante, poco sopporto le sue abitudini e quella della sua “dolcissima” famiglia. Tra sedie trascinate e sbattute giorno e notte, camminate con zoccoli di piombo e ogni tipo di rumore h24.

Come ho detto cerco di essere comprensivo e sopportare, riesco a farlo con i bambini, primo perché sono bambini hanno diritto di far più rumore rispetto agli adulti, secondo, perché sono molto meno rumorosi e maleducati del padre.

Quest’anno per Natale, Gennaro ha deciso di stupire tutti con un addobbo natalizio da 1 milione di € probabilmente comprato in Cina (lui dice in un negozio specializzato) e in grado di far impallidire le misere “lucette” del Rockfeller Centre. Si stratta di una vera e propria tenda di led che parte dal suo balcone al 4° piano ed arriva fino al 1° attraversando il mio balcone, quello del vicino sotto di me ed arrivano poco sotto il balcone del primo piano. La “tenda” è stata assicurata con dei ganci posti sul balcone di Gennaro.

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Quando Gennaro ha attaccato i suoi Led, mi aspettavo un blackout di proporzioni epiche. Nella mia testa vedevo i tecnici della centrale elettrica che cominciavano a vedere allarmi e spie rosse accendersi e le sale operatorie rimanere al buio come nei film, durante operazioni a cuore aperto.

Invece… è andato tutto bene. Gli inquilini tutti fuori a guardare lo splendore e a fare i complimenti a Gennaro, che soddisfatto diceva “Ahhhh quanto è bello questo palazzo ora!” 

I led hanno una luce molto forte, sono bianchi e si accendono e spegnono con dei giochi di luce programmati.

Penso: “bene… ok, bello Gennaro. Adesso che abbiamo visto la vastità della tua impresa, dimmi a che ora spegni sto coso? Perché l’hai acceso alle sei del pomeriggio, mi auguro che tra poco spegnerai, visto che sono le 10 di sera”.

In quel momento una parte di me ha preso coscienza di ciò che sarebbe stato il dopo. Boh, le 23 e ancora il palazzo brilla. Vado in camera e comincio a prepararmi per andare a letto.

Quello che non ho detto è che io dormo rigorosamente con le tapparelle alzate.
Ho una sorta di claustrofobia e faccio proprio fatica a dormire con troppo buio, quindi, da sempre, tengo le tapparelle su o al limite, le abbasso un pochino, ma mai più della metà, anche perché, con i miei orari di riposo, vado al letto con buio e mi sveglio con la luce. Abitando al 3° piano non ho fonti di luce dirette, al massimo è la luna, quando è piena a rischiarare leggermente la mia camera.

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Mi metto a letto, spengo la luce.

Panico!!!!!!!!!!

In quel momento realizzo che la mia camera è diventata una succursale del “Cocoricò“. I led sono fasci di luce stroboscopiche che viaggiano a ritmo house-tecno. Sono nel letto e mi sembra di vedere gente che esce dall’armadio e balla di fianco a me, tra comodini, vestiti e comò.

No, dai è impossibile. Mi alzo e abbasso le tapparelle, ma non completamente, non riesco proprio, ho una sensazione di soffocamento. La situazione, se possibile peggiora perché la luce passa dai buchi delle tapparelle e l’effetto “Cocoricò” si trasforma in effetto “Incontri ravvicinati del terzo tipo” per cui mi aspetto, di li a poco che uno dei fasci di luce mi sollevi e mi porti sul disco volante, dove “i grigi” mi stanno aspettando.

Faccio un po’ di battute sulla cosa, ma la verità è che non riesco a dormire. Se chiudo gli oggi, continuo a vedere i bagliori e se mi giro dall’altra parte, la situazione non cambia.

“Ormai è mezzanotte. Ancora non spegne sti cazzo di coso? Ma quanto vuole spendere questo di bolletta? Verso l’una riesco a prendere sonno. Sveglia alle 6, fuori è ancora buio… nooooo…. ancora!!! Non ha spento per niente!”

Vado a lavoro ho dormito poco.

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Quando rientro la sera vedo Gennaro e gli chiedo di spegnere quel cazzo di addobbo dalle 10 della sera, spiegando che camera mia sembra una discoteca.

La risposta è stata che “Quello deve funzionare tutta la notte, sennò a che serve?” Gli spiego il problema; passa per il mio balcone e da un fastidio incredibile (e credete, non è per essere stronzi, è davvero mega fastidioso).

Gennaro mi dice che non vuole spegnerlo prima. Poi, mi viene incontro, dicendo a mezzanotte. Io gli rispondo che sono disposto ad accettare la cosa, al massimo fino alle 10. Lui non ne vuole sapere e sbraita, mi manda a quel paese e mi dice che lui fa come vuole.

Io lo guardo e gli dico solo “fino alle 10″ poi mimo con la mano un paio di forbici.

Non c’è stato bisogno di dire una parola in più, quell’affare viene spento con un timer, tutte sere alle 22:30 e si riaccende alle 17 del pomeriggio, puntuale (va beh, mezz’ora me l’ha fregata, ma è Natale e siamo tutti più buoni), comunque non vedo l’ora che arrivi il 7 gennaio.

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