L'erba del vicino non è sempre più verde

Storie dal vicinato

terrazzo

Lunedì mattina mi sono affacciato sul terrazzo condominiale e ho visto una palizzata di legno alta quasi due metri montata tra il mio spazio e quello dei ragazzi dell’appartamento accanto. Non ci ho messo molto a capire che era diretta a me.

Abitiamo tutti nello stesso piccolo condominio di tre piani. Io lavoro in smart working e, sì, ogni tanto faccio qualche call sul terrazzo. Parlo a voce normale, magari rido, magari telefono a mia madre. Loro sono due studenti universitari, sempre con le cuffie, sempre a studiare o fingere di farlo.
Settimana scorsa mi hanno scritto un messaggio nel gruppo condominiale chiedendo di “moderare i toni nelle aree comuni”.
Io ho messo un cuore ironico.
Due giorni dopo mi hanno risposto che “se non si può dialogare civilmente, ci prenderemo noi gli spazi di cui abbiamo bisogno”.

E infatti eccola lì: la palizzata. Alta, spessa, costruita con cura. Non una cosa momentanea, ma un’opera d’arte passivo-aggressiva. Ho provato a riderci su, ma un po’ ci sono rimasto male.

Ecco un altro VDI:   I lavori inesistenti

Il giorno dopo ho fatto una cosa che non faccio mai: ho portato su due birre, ho bussato alla loro porta e gliele ho messe in mano.
“Hai cinque minuti?” gli ho chiesto.
Uno dei due ha sorriso, l’altro no. Ma mi hanno fatto entrare.

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