L'erba del vicino non è sempre più verde

Storie dal vicinato

L’appartamento maltese (pt. 2) – La mamma polacca

(Continua da qui)

Una grande passione della “signora yoga” (oltre ai mandala e pigiami/calzini altrui) è allattare sua figlia ormai treenne seduta per terra davanti alla mia porta. Lungi da me criticare la scelta in sé, la cosa “curiosa” sta nella motivazione dietro tale peculiare “location”. In realtà non è allattamento, ma appostamento. La figliola vorrebbe “fare visita” ai miei gatti, e dal momento che io non la invito spontaneamente la madre opta per farla intrufolare in casa mia a tradimento appena apro uno spiraglio. È velocissima, più dei miei stessi gatti (magari è tutto quel latte materno a renderla così rapida). Una volta entrata devi letteralmente rincorrerla, mentre offri caffè e chiacchiere alla madre. La creatura grida “Irene miao miao” saltando qua e là insieme ai miei terrorizzati felini, sotto lo sguardo orripilato di mio marito che si chiude nel suo studio. La madre (che si crede mia grande amica) cerca di convincermi a fare cose tipo lavarmi i capelli con un impasto di farina di lenticchie o bere uno strano thé che puzza di piedi o bruciare mazzi di salvia per purificare stocazzo. Io non ho la forza per cacciarle via a colpi di scopa e quindi mi merito il tutto, fino in fondo, per la mia debolezza caratteriale. La mia unica arma è fingermi all’estero, morta o comunque fuori casa.

Ecco un altro VDI:   “Ma scusa, ma che problema ti crea?”

Talvolta la madre si apposta e allatta munita delle sue fide campane tibetane a duecento decibel. Si esibisce in questa sua celebrazione della maternità per una buona mezz’ora, finché non apro la porta o finché non si arrende lei. Lei suona, la figlia pasteggia con pause per prendere fiato e gridare “Irene Miao Miao”. Il tutto è piuttosto inquietante e il suono di quei cosi è rilassante come sbattere il mignolo contro un tavolino.

I vicini indiani (quelli dei festini alcolici in pieno Covid) stanno asserragliati in casa come me, per tutta la durata della “pratica”. Venendo dal paese dello yoga per antonomasia sono a loro volta un bersaglio di mamma polacca. Inutile averle spiegato che i due sono un dottore e una infermiera dediti alla medicina moderna, non credono ai chakra, non meditano (se non su quale take away ordinare) e che no, non namasteggiano (perdonate il neologismo) manco un po’. Adorano il Rosé d’Anjou, la grigliata e deludono miseramente mamma yoga aggirandosi in tute ultratech Under Armour e scarpe Nike, schifando bellamente sari, turbanti e piedi nudi.
Alla prossima puntata

Ecco un altro VDI:   Ovviamente la str**** sono io

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