La vicina infame è quella all’ultimo piano del mio vecchio appartamento.
Non ci sono mai stati coetanei nel mio palazzo, e di carattere sono solitario quindi non ho mai avuto rapporti con gli altri vicini se non i saluti quando ci si incrocia.
Una volta mi chiede di badare al figlio perché lei deve andare a fare la spesa e non vuole portarlo perché poi vuole le caramelle. Sfortunatamente accetto, anche incitato da mio padre, e il piccolo ancielo fa danno rompendomi il joystick originale della mia PS1 in un momento di distrazione. Praticamente la bestia lo ha preso e lanciato a terra di prepotenza, senza apparente motivo.
Al ritorno chiedo delucidazioni alla madre, che mi dice che era colpa mia se non avevo fatto abbastanza attenzione. Aggiungo che avevo dato al bambino accesso ai miei giocattoli e tutto quello che poteva piacergli, la PS non era montata ma il joystick era fuori da dove la conservavo perché l’avevo portato con me la sera prima.
Da quel momento lei mi chiede più volte di badare al figlio, ovviamente sempre gratis, e io rispondo di no senza arrancare scuse. Perché infame direte? Perché mi mandava il figlio a casa quando usciva, lasciandolo a me senza la mia autorizzazione. Dopo la seconda volta che capitò aspettai di sentire la sua macchina tornare, mi ci misi davanti e gli dissi che se l’avesse fatto di nuovo glielo lasciavo fuori.
Non contenta lo rifà, forse pensando che non abbia il coraggio di far ciò che dico. Povera illusa. Quella volta il bambino inizia a correre per tutto il condominio suonando ad ogni porta e alla fine lo prendo, nero di rabbia.
Il momento in cui è scoppiato il danno è stato quando lei lo ha fatto nuovamente. ma io ero fuori con i miei amici. Il bambino, correndo per le scale cade e si rompe la gamba. Questa viene davanti a me e gli altri condomini a gridare che sono un disgraziato, che ho abbandonato un bambino, senza cuore ecc…
Non ci ho visto più e l’ho accusata di essere una madre di merda, dicendo quello che faceva.
Gli venne una visita da un assistente sociale qualche giorno dopo e pensava che fossi stato io, da quel momento mi tolse il saluto e la pace tornò nel mio angolino di palazzo.
Lascia una risposta