L'erba del vicino non è sempre più verde

Storie dal vicinato

Il vicino chitarrista

Tutti abbiamo il vicino artista.

Il mio suonava la chitarra divinamente, senza virtuosismi à la Van Halen, ma sapeva riproporre dei riff che ogni momento in cui premeva il pedale distorsore avevo il piacere di interrompere ogni cosa che facevo per poterlo ascoltare.

Alcune volte era la colonna sonora della mia doccia, e certe volte mentre lui suonava e io mi insaponavo, mi veniva l’istinto di cantare sui riff che sparava dal suo ampli. Rimanevo così a lungo sotto l’acqua che un giorno, scherzosamente, gli chiesi di corrispondermi la metà delle bollette del gas e dell’acqua.

Lui la prese a ridere, addirittura preoccupato che glielo stessi dicendo per invitarlo a smettere. Gli spiegai che, al contrario, la sua “compagnia” era piacevole.

Metallica, Pantera, Tool, Korn, Katatonia, Novembre, Mudvayne. Quelle robe lì. Insomma, condividevamo la passione per il metal.

Le sue schitarrate arrivavano negli orari consentiti, e di solito non duravano più di un’ora. Dalle 18 alle 19, due volte a settimana. Niente di più.

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Uso il passato perché ora quel ragazzo ha cambiato casa. Ci ho parlato tante volte, non eravamo proprio amici ma ottimi vicini. Gli orari dei nostri impegni non coincidevano, quindi era impossibile frequentarsi.

Se n’è andato, ora, perché la sua azienda lo ha mandato in una filiale all’estero. Non ho più la musica, ma una coppia litigiosa che ha preso il suo appartamento.

Sotto la doccia li sento litigare o ascoltare la televisione al massimo del volume. Durante la notte fanno sempre rumore spostando mobili, sbattendo porte o parlando ad alta voce.

Nessun riff, niente più metal né arte. Solo il risentimento di una coppia litigiosa che, al mio invito a cercare di moderare i disturbi durante la notte, mi ha sbattuto la porta in faccia.

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