L'erba del vicino non è sempre più verde

Storie dal vicinato

Il cafone con la sua ex cafona

Abito in una villetta a schiera, siamo 3 unità in tutto. Io e la mia famiglia abitiamo nella prima, nella terza c’è una giovane coppia che ha appena avuto un bambino (a quanto pare un angioletto, visto che l’ho sentito piangere due volte in sei mesi) e in mezzo abbiamo il fenomeno, un aitante cinquantenne libero professionista che non ha mai superato l’adolescenza. Ribelle come pochi, ha attraversato il primo lockdown tra barbecue con gli amici e visite di signorine in minigonna in piena zona rossa.

Sua abitudine peculiare è ruttare a bocca aperta, a diecimila decibel, ad ogni ora del giorno e della notte. Secondo me entrerebbe nel Guinness dei primati, visto che lo si sente da tutte le stanze di casa mia. D’estate torna a casa alle 3 di notte ubriaco fradicio, un pericolo pubblico viste le condizioni in cui rientra. Di notte ulula in casa, corre su e giù per le scale e sbatte porte, ringhia, urla cose incomprensibili.

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Tutto ciò dopo che si è separato dalla compagna, un’adorabile avvocata che parlava dei suoi cazzi lavorativi al cellulare camminando in casa coi tacchi dalle 7 del mattino alle 10 di sera. Una volta abbiamo tentato di farle notare che magari era il caso di levarsi i tacchi e non sbattere le porte in determinati orari ma abbiamo ricevuto in risposta solo urla e insulti. Non ho mai capito se dopo essersi lasciati lui si sia dato all’alcolismo o al pippare polveri, fatto sta che ormai ci siamo abituati e se per qualche giorno non lo sentiamo ringhiare la notte iniziamo a preoccuparci.

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