La mia casa confinava con quella di un’altra famiglia, entrambe le case erano vicine ad un piccolo lago artificiale per l’irrigazione dei campi.
C’era una stradina (poco più larga di un sentiero) che costeggiava entrambe le case e che veniva usata soprattutto da chi voleva andare a pescare nel laghetto.
Si trattava di una proprietà comunale: il sentiero era fuori dalle proprietà della mia famiglia e da quella devi vicini.
Un giorno decido di andare a pescare con mio figlio, all’epoca aveva 9 anni circa.
Esco di casa, giro attorno al mio giardino e prendo la stradina per andare al lago, ma appena la imbocco, trovo la strada sbarrata da una palizzata. Avevano messo dei pali di legno ed una rete (tipo quelle arancioni che si usano ai lati delle strade) per bloccare la stradina.
Quando capisco che il vicino ha pensato di allargare la sua proprietà senza dire niente a nessuno ed in modo totalmente illegale, abbatto un paio di pali e tolgo la rete per aprirmi un passaggio verso il laghetto e vado con mio figlio a pescare.
Dopo qualche ora, al ritorno, sento il vicino che urla e viene verso di noi minaccioso. Stavamo tranquillamente pescando e quando lui arriva, comincia a lanciare maledizioni di ogni genere verso me e mio figlio.
“questa strada da oggi è mia, come vi siete permessi di passare? Non avete visto la recinzione? Vi denuncio”
Spiego che la strada è comunale e che passano tutti da sempre, ma lui risponde che è sua per “usucapione”, visto che il suo giardino confina con essa da sempre, quindi… l’ha inglobata nella sua proprietà.
Gli rispondo che non funziona così: se anche io dovessi ragionare il quel modo, non solo la stradina sarebbe anche mia, ma potrei anche occupare casa sua perchè “se sei vicino a qualcosa o qualcuno” questo non diventa tuo “a prescindere”. Non vuole sentire ragioni e diventa minaccioso. Io sono con mio figlio e temo per lui (di certo non mi fa paura il vicino).
Mentre la discussione si fa sempre più animata, arrivano altri 2 pescatori: padre e figlio che assistono alle minacce e alle urla del vicino. Il padre è un finanziere, non dice nulla ma si limita ad ascoltare.
Il giorno successivo la macchina della GdF è a casa del vicino. Rimane ferma nel piazzale del vicino per circa 1 ora. Lo stesso pomeriggio, tutti i pali di legno e la rete arancione sono accatastati in un angolo del giardino del vicino.
Da allora, la stradina che porta al laghetto è “stranamente” tornata libera e nessuno ha mai più provato a chiudere il passaggio. Da quel giorno i rapporti con il vicino sono finiti.
Sono passati diversi anni, ma se provate, ancora oggi a percorrere quella strada, potete vedere, costeggiando la proprietà del vicino, una catasta di pali di legno e rete arancione ormai sepolti dalla vegetazione.
Questa cosa mi ha fatto sempre pensare… quante situazioni simili ci sono (o ci sono state in passato)? Quanta gente si è appropriata di cose non sue facendo leva sulla prepotenza e sull’ignoranza? Quanto è stato denunciato e quanto è stato restituito ai legittimi proprietari o alla comunità?
Ah, prima che qualcuno me lo chieda: non so se questa cosa possa essere di competenza della GdF, ma di fatto, c’erano le fiamme gialle a casa del vicino.
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