L'erba del vicino non è sempre più verde

Storie dal vicinato

I Buzzurri – Parte 1: La partita a Uno

Eravamo rimasti alla nuova coppietta felice che si era trasferita alla nostra porta accanto. Risatine, trapano e via discorrendo terminano dopo poco e comunque si erano dati ai lavoretti solo ad orari umani, non risultando neanche troppo fastidiosi.

Non li vedevamo mai, quindi non sapevamo neanche che faccia avessero, ma li sentivamo entrare o uscire ad orari improbabili.
Finché una notte di metà novembre 2020 verso le 02:00, un grido squarcia il buio.

– “UNOOOOOOOO”.

Sopraggiunge l’infarto.
Le urla continuano.

– “PIÙ DDUEEEE!!”
– “E io te risponno con PIÙ QUATTRO! E MO CHE FAI EH?? EH???”.

Molti di voi avranno già capito di cosa si trattasse. Ebbene sì, stavano giocando ad Uno. Con in sottofondo la tv a tutto volume. TV che poi scopriremo montata proprio con quel famoso trapano sulla parete che confina con casa nostra, quindi quello che guardavano loro, automaticamente lo dovevamo sentire pure noi.

A questa diatriba sul +2 seguito dal +4 segue una videochiamata in vivavoce con un’amica perché, come molti sapranno, ci sono due scuole di pensiero sulla possibilità di rilanciare una carta con il + dopo un’altra sommando le carte da pescare.
Insomma, quest’amica (sveglia anch’ella alle 2 di notte) mette pace fra i due litiganti dando loro la sua opinione. E in quel momento capiamo che non avevano altri amici a giocare a casa con loro.
Stavano giocando a uno in due, alle 2 di notte invece di dormire.

Ecco un altro VDI:   La strillona in smart working

Io cerco di rimanere calma nel letto, perché non voglio partire col piede sbagliato andando a rompere le balle, ma dopo un’ora stanno ancora andando avanti. E così alle 3, devastata dal sonno vado a bussare alla loro porta.

Immediatamente la tv si abbassa e si fingono morti, ma insisto e busso nuovamente.
Timidamente, da dietro la porta una voce che poteva sembrare quella di Claudia Gerini in Viaggi di nozze (ma più stridula) mi chiede chi fossi, senza aprire.
Dico che sono la vicina.

– “Ma che stamo a fa’ casino?”
– “Eh, un pochetto… comunque sono le 3 e la tv è molto alta”.

Insomma, sempre senza aprire, si scusano e per quella notte torna la pace.
La loro identità era ancora un mistero, ma la voce coatta avrebbe dovuto svelarmi molto da subito.

Leggi l’episodio pilota
Parte 2: Jessica e Ivano a Roma Nord
Parte 3: Natale
Parte 4: Le minacce

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