L'erba del vicino non è sempre più verde

Storie dal vicinato

Giustizia e ingiustizia

Ho buttato via 40.000€

Questo è quanto mi è costato querelare il vicino ed andare ad un processo durato anni. Ho perso la causa, nonostante i miei avvocati mi avessero sempre detto che avevo assolutamente ragione.

Sotto di me c’era un tizio che me ne faceva di tutti i colori. Ho sempre cercato di non dargli fastidio ma ero letteralmente vittima di uno stalking assurdo. Suonava il mio campanello di notte, riempendo me e la mia famiglia di insulti, perché, a suo dire facevamo casino, mentre in realtà stavamo solo dormendo. Ogni giorno ci trovavamo con una serie di dispetti: dalle macchine rigate a ogni genere di immondizia lanciata nella nostra porzione di giardino.

Nonostante una servitù di passaggio, non potevamo uscire con la macchina perché lui parcheggiava nella stradina privata, in modo da bloccarci qualsiasi tipo di accesso (e le forze dell’ordine non intervenivano in quanto si trattava di un passaggio privato). Eravamo costretti a lasciare la macchina fuori, perché lui se ne fregava delle nostre proteste e continuava a parcheggiare per impedirci di entrare ed uscire con la nostra macchina. Non era per i 100mt a piedi che dovevamo fare, era per la prepotenza di chi si arroga il diritto di evitare un passaggio.

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Il nostro cane era (non c’è più purtroppo) un cane buonissimo, ma quando lo vedeva, impazziva: non abbiamo mai saputo quante gliene abbia combinate.

Quando in casa provavamo a parlare (nessuno di noi fa il cantante lirico), questo cominciava a battere sul suo soffitto, facendo tremare il tavolino. La televisione non la potevamo ascoltare ed eravamo costretti ad usare il tablet per vedere qualche film, oppure le cuffie. In 4 con le cuffie davanti alla televisione? Ma che concetto di famiglia è? Come ci si può ridurre così, senza poter neanche fare 2 parole con la moglie e i figli davanti ad un film? Porto dentro di me l’immagine di una sera: in 4 davanti ad un tablet a volume quasi impercettibile, è un’immagine che non riesco a togliermi dalla testa.

Inutile dire che i miei 2 figli non potessero neanche respirare senza che non vi fossero le immancabili botte sul soffitto. Non sto parlando di 2 bambini piccoli, sto parlando di 2 ragazzini che, quando abbiamo comprato casa, erano già abbastanza grandi per sapere cosa significasse far silenzio e rispettare chi vive di sotto.

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Potrei continuare all’infinito, raccontandoci di come ci spiasse, in continuazione appena mettevamo il becco fuori, di come ci rubasse la posta, di come ci minacciasse fisicamente e di come ci stessimo ammalando in casa nostra.

continua su pagina 2

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