L'erba del vicino non è sempre più verde

Storie dal vicinato

Povero gabbiano

Avendo cambiato 11 case (per motivi vari, sia familiari che poi personali), ho una lunga esperienza a proposito di vicinato e molto da dire. Parlerò oggi della mia vicina del palazzo di fronte, davvero un caso strano.

In Scozia sembra di non avere vicini. A meno che tu non abbia accanto studenti e grazie al cielo non è il mio caso.

Siamo in una piccola palazzina di due piani e se ci si incontra ci si saluta cordialmente ma più spesso capita che tu non veda e non senta (davvero!) nessuno per settimane. Se non avessi la certezza che tutte le case sono occupate, penserei di vivere da solo.

Ad ogni modo c’è una persona che, in ormai due anni che vivo qui, non ho potuto fare a meno di NON NOTARE. Soprattutto in un certo periodo (fine Luglio, inizio Agosto) quando il quartiere dove vivo, vicino al mare, viene preso d’assalto da un’orda barbarica di gabbiani che ben capisco come abbiano potuto ispirare “Gli Uccelli” di Hitchcock.

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Avevo avuto a che fare con i gabbiani prima, ma in Sicilia li avevo sempre visti omertosi (silenziosi, intendo dire) persino a Palermo, dove sono una presenza preoccupante e invadente e nelle Marche… nulla di che davvero, anche vicino a discariche o al mare (almeno dove ho vissuto io per anni). Beh…

In Scozia ho capito molte cose, inclusa la paura che si possa avere di questi pennuti ENORMI (tanto da sembrare, e non scherzo, quasi cicogne) e raramente aggressivi.Tra Luglio e Agosto c’è la loro meravigliosa stagione riproduttiva e non vi dico che cosa significa avere i loro nidi sul tetto: urla durante la notte, casini vari e spesso (davvero spesso) cadaveri sparsi su marciapiedi e strade. Perché questi COSI si ammazzano nelle risse e la mortalità dei pulcini è piuttosto alta nonostante queste belve siano genitori da dieci e lode.

Il quartiere è preso d’assalto dai gabbiani per due mesi e ciò che si vede è oltre ogni limite. Si sono specializzati, a gruppi di tre, a tirare fuori i sacchi dai cassonetti. Uno apre, uno tira fuori il sacco e un altro rompe. Se non lo avessi visto con i miei occhi almeno una dozzina di volte, avrei pensato a una favola. Vi dico solo che i corvi, altra presenza stabile nel quartiere, li guardano con interesse anche se sembrano prenderli per i fondelli in modo feroce soprattutto quando si accoppiano facendo sembrare scene di torture (o un cantiere) musica rilassante al confronto.

Naturalmente il biasimo per la loro condotta è dai corvi espresso a distanza di sicurezza perché vedere i gabbiani volare con in bocca i resti di un piccione o qualche scoiattolo (o mega pantegana investita e rapidamente scrostata dal marciapiede) è la regola e un corvo non la passerebbe liscia.

In questo casino, con un quartiere che d’estate diventa una pattumiera nonostante gli sforzi di tutti (i pennuti sono sfacciati e bastardi) la signora del palazzo di fronte pensa bene che NUTRIRE LE BELVE sia un suo dovere sociale. Eh, perché sono impegnati a fare uova e buttarle dai tetti (con i pulcini morti o qualche vicino di nido che ha fatto troppo il furbo) e i carucci potrebbero essere sciupati (…).

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