L'erba del vicino non è sempre più verde

Storie dal vicinato

L’uccello del malaugurio

Mio padre fino a qualche anno fa ha vissuto nella nostra seconda casa, al mare, da solo. Vederci era diventato un problema sia per via dei nostri impegni che per la distanza, che spesso diventava un impedimento per gli spostamenti. Soprattutto per lui.

Abbiamo quindi deciso di farlo stare da me, anche perché più volte ha confessato di soffrire la solitudine. Capitemi: anche una sua mancata risposta al telefono per me diventava un dramma. Anche per questo, un bel giorno, gli ho detto di preparare i bagagli con le sue cose e di aspettarmi perché sarei andato a prenderlo.

Quando sono arrivata, una sua vicina ha notato che veniva via con me con valigia e pacchi a seguito, e ci ha tenuto gli occhi puntati per l’intero lasso di tempo in cui abbiamo caricato le sue cose sulla mia macchina.

Mentre stavo per mettere in moto, la signora si è parata davanti alla macchina e si è avvicinata al finestrino.

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“Scusi, che succede?”, mi ha chiesto.

Le ho spiegato che papà sarebbe venuto a stare da me per non restare più solo. Volete sapere che ha detto?

Mi ha chiesto di avvisarla qualora mio padre dovesse venire a mancare, perché quella casa sarebbe stata utile a sua figlia. La mia risposta ancora risuona come eco sul lungomare.

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