L'erba del vicino non è sempre più verde

Storie dal vicinato

L’atea

Cari vicini, questa vicenda è frutto di 2 anni di vita in un posto sperduto.

2 anni fa, appunto, decido di lasciare Milano, dove sono nata e faccio una scelta di vita: mi trasferisco in un paese non conta 1000 anime, in alta Val Brembana (BG). La cosa fondamentale per me, è avere la connessione internet che mi consenta di lavorare da casa e visto che non arriva la fibra, trovo un buon compromesso con una connessione satellitare.

La nuova vita in mezzo alle splendide montagne della zona è un sogno e mi sento molto fortunata, perché non ho problemi di alcun tipo; l’insonorizzazione è veramente ottima, quindi botte, musica, bambini che piangono e altre cose che mandano via di testa sono ridotte ai minimi termini. Ho 25 anni e vivo sola con 2 gatti neri: Milo e Pesca che mi seguono un questa avventura.

Di fianco a me abita una signora sui 60anni: faccio amicizia facilmente, seppur “mantenendo le distanze”. Ogni mattina lei mi porta uova fresche, frutta e ortaggi, quando un giorno mi chiede se è possibile usufruire della mia connessione Wi-Fi. Mi sembra quasi strano che una signora di quell’età voglia usare la rete, ma lei ci tiene a precisare che scrive molto su internet e ha anche Facebook, solo che è costretta a usare il tablet con la sim e delle volte è scomodo.

Accetto volentieri, in segno di riconoscenza per le sue premure, anche consapevole del fatto che, da queste parti, internet non è in tutte le case.

I primi mesi di vita sono fantastici (compreso il primo inverno), poi cominciano delle domande sul motivo per cui non frequento la chiesa del paese.

Quando rispondo “sono atea“, qualcosa si rompe.

Ecco un altro VDI:   Casa mia non è il bar dei cafoni

Ricordo la faccia sconvolta della signora, manco avessi appena confessato di essere una serial killer, poi un sorriso di circostanza, come chi cerca di rassicurarti che va tutto bene, prima di piantarti una pallottola in fronte.

Da quel momento, fine uova, fine verdura, fine frutta. Un frettoloso “ciao” e rapporti di vicinato non pervenuti. Non me lo aspettavo, abituata a Milano dove queste cose non hanno alcun tipo di importanza (apparentemente).

Va beh, le lascio la Wi-Fi, chi se ne frega: non mi faccio problemi per queste cose e mi sento più matura di lei.

Dovete sapere che la chiesa qui è vista come centro nevralgico di tutte le attività e soprattutto il centro dei pettegolezzi del paese. Poche settimane dopo tutti sapevano che non frequentavo e che mi definivo atea.

Poi un giorno la cassiera del supermercato: una ragazza molto più giovane di me, mi dice che ha saputo che sono atea e che lei la pensa come me (finalmente un po’ di solidarietà). Li per li rimango di stucco: avevo avuto l’impressione di essere una specie di pecora nera, invece, mi accorgo di non essere la sola.

Subito lei precisa che frequenta chiesa e oratorio perché è l’unico centro anche per i pochi giovani. Nei giorni seguenti, parlando con la ragazza, so che qualcuno dice che sono una specie “caso“: vengo vista malissimo perché non ho figli, non ho un marito. Si parla del mio lavoro, del fatto che sono sempre in casa e alla fine… viene fuori che sarei una “strega moderna, adulatrice del demonio e che anche i miei gatti sarebbero dei demoni”.

Quando chiedo chi mette in giro queste stronzate, lei mi risponde; “ehhhh…. la tua vicina dai…, lo racconta a tutto il paese”.

Rido di gusto quando sento queste cose e cerco di fregarmene altamente, ma dentro di me mi sento male al solo pensiero che un intero paesino di montagna possa farsi dei pensieri del genere sul mio conto….. poi un giorno, mi accorgo con la coda dell’occhio che la mia vicina si è fatta il segno della croce quando mi ha vista passare.

Ecco un altro VDI:   CC a cena

Vi rendete conto??? Neanche nel medioevo!!!!! Non ci si può credere. Non può essere possibile che nel 2023 ci sia gente così ignorante.

Bene, ho cambiato la SSID del mio WIFI in “ANATAS“, poi ho staccato quella stronza dal mio segnale internet (che tra l’altro ho sempre pagato io).

Ora, la volete sapere la cosa più assurda di tutta la vicenda? La cosa peggiore di tutte?

Non è stato il segno della croce, neanche le voci sul mio conto.,,  ma il fatto che la vicina è venuta a chiedermi di attaccarsi alla mia rete. La incontro fuori dal cancello, stranamente non mi evita e viene da me, non mi saluta, non mi guarda in faccia e mi dice: “Non vedo più la vecchia ma vedo che ha un nuovo nome, posso usarla?”

Avrei dovuto tirarla per le lunghe, ma sono stata fin troppo buona… ho cercato i suoi occhi e poi l’ho fissata. A quel punto le ho sussurrato: “sarà un piacere averti tra noi, a noi streghe piace scrivere al contrario“.

Poi sempre sussurrando: “la password è…. noitiavremo666!”

Lei ha fatto una specie di urletto ed è letteralmente scappata. Da quel giorno evitiamo non solo di salutarci, ma anche di incrociarci.

Ecco un altro VDI:   Brazil

Mi sono sentita veramente male, anche se provavo a ridere della cosa e a fregarmene, fino a conosco per caso un signore che abita a pochi metri da me, ovviamente sapeva tutto parlando e gli era stato raccomandato di non avvicinarsi a me. È stato lui che mi ha spiegato che la signora è “suonata” e nessuno le ha mai dato retta. Giuro che fino a quel momento avevo pensato il contrario: di essere sulla bocca di tutti. In realtà era così, ma parlavano di me in quanto “vittima” della follia di una donna folle (va beh, potevano avvicinarsi a me prima).

La cosa che mi dispiace è che fino a quel momento, non avevo ricevuto solidarietà e mi sentivo un pesce fuor d’acqua. Ho scoperto solo successivamente che la signora diceva anche che non volevo che gli altri mi parlassero…. poi le cose sono cambiate per una serie di coincidenze e ho capito che la signora cercava di farmi terra bruciata intorno.. così ho fatto anche delle amicizie e la verità è venuta a galla.

Ogni tanto trovo dei santini infilati nello stipite della mia porta, una volta ho trovato una boccetta di plastica a forma di Madonna: qualcuno aveva versato dell’acqua (santa?) sul mio portone… Che dire?

Dopo qualche mese mi arriva un Whatsapp:

“ciao, sono la figlia della Sig.ra XXXXX, ho avuto il tuo numero dal sig. XXXXXXX, volevo scusarmi con te per il comportamento di mia madre: è un po’ fissata con certe cose e non ci sta tanto con la testa, soprattutto da quando mi sono separata per via di una relazione che ho con un’altra ragazza. Stai tranquilla, anche io, per lei sono una figlia del demonio, ti abbraccio”

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