L'erba del vicino non è sempre più verde

Storie dal vicinato

Intruso

Non sopporto gli impiccioni!

Stavo traslocando quando mi sono accorto che il vicino continuava a curiosare. La porta dell’appartamento ed il cancello pedonale erano aperti per consentire ai ragazzi dell’azienda di trasporti di lavorare. Seguivo il nuovo vicino con lo sguardo, senza farmi notare. Questo ha cominciato ad avvicinarsi sempre di più cercando di capire chi fossi, cosa facessi e soprattutto cosa avessi dentro casa.

La parte divertente è che sembrava di giocare a “un, due, tre stella” con un bradipo. Si avvicinava sempre di più ed anche il modo in cui lo faceva era irritante: un passetto alla volta, cercando di non farsi troppo notare. Era passato dalla sua proprietà, attraverso la quale osservava tutto, al cancelletto d’ingresso, approfittando della confusione, dei via vai e degli scatoloni appoggiati prima di essere portati dentro casa.

L’ho visto varcare il cancello con quell’espressione da ebete: sembrava un bambino spaesato il primo giorno di scuola. Guardava ogni cosa con aria meravigliata ma nello stesso tempo curiosa, eppure consapevole che stesse facendo qualcosa di non esattamente corretta. Giuro che mi urtava il sistema nervoso, ma ero appena arrivato e cercavo di far finta di niente, pur continuando a seguire ogni suo movimento. Per un attimo ho incrociato il suo sguardo e lui, ha accennato qualcosa a metà strada tra un saluto e un “sono qui per lavorare, faccio parte della squadra dei traslocatori“. Se ne stava a ridosso del cancello e ogni volta che lo guardavo sembrava immobile, anche se mi rendevo conto che avanzava di qualche centimetro quando non lo guardavo.

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Quando si è trattato di scaricare il divano e le poltrone, l’ho perso di vista. Saranno passati 4/5 minuti. Ero dentro casa, intento a sistemare degli scatoloni mentre aspettavo che arrivassero con il divano. In quel momento mi giro e me lo trovo dentro casa intento a curiosare. Dico la verità, non mi aspettavo entrasse e vederlo li, mi ha veramente scosso. Soprattutto non mi aspettavo che il bradipo diventasse Flash Gordon e facesse lo stradino in 5 minuti…

Ho cercato di mantenere la calma, ho pensato (vabbè, sono un cretino io) che magari volesse aiutare. Ma perché entrare in casa mia senza dire una parola, senza presentarsi se avesse davvero avuto voglia di aiutare? Mantengo la poca calma che ho… invoco i Santi che mi aiutino ad essere una personcina a modo, ma non riesco: ho preso lo scatolone che avevo tra le braccia e gliel’ho passato:

tenga, questo va nella camera della ragazze“.

Lui fa un passo indietro per non prendere il pacco e sempre con la sua aria ebete mi dice “no no, non sono della ditta di trasloco, io abito qui di fianco

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Credo che a quel punto, mi sia venuta la pelle verde tipo Hulk: le preghiere non sono riuscite ad evitare la mia trasformazione. a quel punto ho cominciato con tono crescente:

e allora, di dica… se non è della ditta XXXXX, mi dice che CA22O CI FA IN CASA MIA?

Lui rimane un po’ intontito (scoprirò solo più avanti che è proprio scemo dentro), poi ci pensa un secondo e mi dice la genialata:
“eh no,  ma, ehhhh, no, è che, ehhh… la porta era aperta

Fare un trasloco è molto stressante (almeno per me), non dormivo da 24 ore o quasi, ormai Hulk era dentro di me, mi rendo conto della cosa perché sento gli occhi che mi schizzano fuori dalle orbite e un bollore esagerato mi pervade la faccia. Urlo libero, urlo davvero perché mi sentano tutti a chilometri di distanza.

la porta è aperta perché stiamo traslocando, lei chi ca220 è?  Chi l’ha fatta entrare?

SI LEVI DAI COGL1ON1 SUBITOOOOO

Ho pensato prendesse una sincope a me ed un infarto a lui. I ragazzi del trasloco si sono fermati a guardare al scena. I due che tenevano il divano, si sono bloccati un istante prima di appoggiarlo nella sala.

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Mentre il vicino ha fatto per andarsene. Il capo squadra è andato verso di lui, gli ha messo una mano attorno alle spalle e l’ha accompagnato al cancello, dicendogli qualcosa tipo:

le conviene andare via e scusarsi: ha fatto una gran figura di merda, da bravo, torni a casa sua!”

Tutto è bene quel che finisce bene? Dai, la sera stessa sono riuscito a riposare nella mia nuova casetta con moglie e figlie. Dopo qualche settimana abbiamo ricreato il nostro ambiente.

Sono ormai 2 anni che abito qui, nessun problema con i vicini che sono anche piuttosto cordiali. Lui, invece, il viscido bradipo, non mi saluta e io non saluto lui. Ho saputo che nessuno può vedere né lui, né la moglie perché hanno l’abitudine di spiare e controllare, tutto e tutti. Di sicuro da me non entra più, perché credo che ancora ci sia l’eco del mio urlo che risuona da qualche parte.

Un consiglio: fate subito capire che non accettate comportamenti incivili e vivrete meglio (a patto che siate civili anche voi).

 

 

  1. Marina

    Dei miei vicini sono entrati in casa di stranieri, in gruppo ( di quattro pettegole) per vedere come vivessero e commentare sui loro arredi: vi lascio immaginare non quali toni supponenti. Sono pure convinte di essere persone civili!

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