L'erba del vicino non è sempre più verde

Storie dal vicinato

Il mio vicino infame

Il mio vicino in**me. Anzi: vicini, al plurale. Una coppia che definire sprovveduta è poco. Genitori di un bambino tutto sommato innocuo (lui, eh, mica i genitori), che in piena pandemia hanno pensato bene di organizzare una festicciola di compleanno in casa loro. Dieci bambini. Dieci. Più mamme, più palloncini, più urla. Ora, io sono sullo stesso pianerottolo: fortunatamente i muri reggono abbastanza e il frastuono arriva attutito, ma il punto non è questo. Il punto è che erano tempi in cui si poteva uscire solo col cane o con la spesa come alibi, e questi si sono messi a fare l’animazione da McDonald’s in casa.

Ma il pezzo forte deve ancora arrivare.

Il marito, il capofamiglia – se così lo vogliamo chiamare – è un farmacista. Avete capito bene: un farmacista. Uno che dovrebbe dare l’esempio. Uno che ha venduto litri di Amuchina e pacchi interi di FFP2, ma che in casa non indossa manco la chirurgica. Quando gli ho incrociato lo sguardo sul pianerottolo, stava aprendo la porta in mezzo alla calca di bambini con la mascherina a penzoloni sotto il mento. Non dico sul naso, eh: sotto il mento. Come fosse un bavaglino da mensa.

Ecco un altro VDI:   quartiere di Monza

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