Ogni anno, in estate, mi trasferisco nella casa al mare. Non è un posto mondano né turistico, è più un rifugio tranquillo dove il massimo della movida è il camioncino del pesce che passa alle otto del mattino con la musichetta a tutto volume. La casa si trova in una strada chiusa, senza uscita, per cui la conosciamo solo noi che ci abitiamo: quattro villette in tutto, due famiglie che vengono solo nel weekend, una coppia di pensionati e… il protagonista della mia storia: il vicino del civico 7.
Ora, noi abbiamo tre macchine. Due sono dei miei genitori, una è la mia. Il vialetto interno della casa permette di parchegare comodamente solo una macchina, quindi le altre due finiscono inevitabilmente in strada. Nulla di strano, visto che la via è poco trafficata e c’è abbastanza spazio per tutti, a patto – e questo è importante – di usare un po’ di buon senso.
Noi, per esempio, evitiamo sempre di parcheggiare davanti ai cancelli, anche se tecnicamente non ci sono i cartelli di passo carrabile. Perché? Perché siamo esseri umani dotati di logica: se un cancello è l’unico ingresso/uscita di una macchina, bloccarlo è da incivili. Fin qui, sembrava tutto sotto controllo.
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