Ore 00:38.
Stavo finalmente per addormentarmi. Finalmente. Dopo una giornata talmente lunga che quando mi sono seduto a cena mi sembrava mattina. Occhi chiusi, testa sul cuscino, in sottofondo il classico silenzio da condominio infrasettimanale… finché esplode il primo grido.
Litigano.
Urlano.
Sbattono.
In quest’ordine preciso, con ritmo cadenzato.
Una specie di coreografia tragica per due soli esseri umani incapaci di dirsi una cosa con tono normale.
All’inizio penso: “Ok, è il solito… quello del terzo piano. Quello che si ubriaca, insulta mezzo continente e poi piange.”
Ma c’è qualcosa che non torna.
Perché tra gli insulti — sempre creativi — sento urlare:
“Siete un popolo di merda! L’Italia è una merda!”
Mi irrigidisco.
Siamo di nuovo lì?
Qualcuno che si trasferisce in Italia per poi insultarla ogni notte?
Poi però succede una cosa strana.
Riconosco la voce.
Non la voce, il tono. È italianissima. Non c’è accento, non c’è inflessione. È proprio da GRA.
E allora metto insieme i pezzi.
Non è il solito.
Sono i nuovi vicini, quelli arrivati una settimana fa nell’appartamento a fianco.
Lei romana, lui probabilmente anche, ma con la convinzione di essere un esule a caso a Cortina.
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