Dopo aver gioito (o forse sarebbe meglio dire rabbrividito) leggendo le vostre storie d’infamia condominiale, sento che è giunto il mio momento di condividere il mio tributo personale alla categoria: la mia vicina infame.
Premessa: abito in una palazzina piccola, siamo in 9 inquilini. Un microcosmo tutto sommato sereno. C’è chi ti raccoglie i pacchi quando non ci sei, chi ti avvisa se hai lasciato i fari dell’auto accesi, chi ti lascia un po’ di basilico fuori dalla porta. Persone normali, insomma. Tranne una.
La stronza del piano di sopra.
Tutto è iniziato poco dopo il mio trasloco. Prime notti nella casa nuova, camera ancora un po’ spoglia, qualche scatolone in giro, la classica emozione del “nuovo inizio”. Peccato che, proprio mentre stavo per addormentarmi, ho cominciato a sentire una… musichetta.
Non un battito. Non un rintocco sobrio da campana inglese.
No no. Era tipo:
“tin tin tin din, din tin din ti”
Ogni. Quindici. Minuti.
E ogni ora tonda, raddoppia. Come se festeggiasse il fatto di aver rotto le palle per un’ora intera.
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