L'erba del vicino non è sempre più verde

Storie dal vicinato

Alla fine mi sono messo nei guai

Voglio raccontare la mia storia con i vari vicini avuti negli anni per farci due risate tutti insieme, premetto che quello che sto per raccontare è tutto vero, posso giurarlo sulla tomba di mia nonna.

Cominciamo da circa 10 anni fa.
Abitavo con i miei in un condominio abbastanza rumoroso, ma comunque ci volevamo bene tutti. Ogni tanto c’era qualche litigio ma nulla di che, poi ci siamo alleati tutti contro il proprietario della palazzina confinante, una persona mentalmente disturbata che entrava a usciva da reparti psichiatrici.
Cominciò a prendersela con i bambini che giocavano a pallone nel nostro cortile: se la palla finiva nel suo li minacciava di ucciderli.

Una mattina cominciò ad usare la motosega per potare delle piante. All’epoca lavoravo di notte, dunque un giorno uscii a chiedergli se poteva riprendere dopo qualche ora perché stavo dormendo. Non si degnò nemmeno di rispondere e continuò ad usare la motosega, al che mi sporsi sul recinto strillando di farla finita e lui, con molta “calma”, mi attaccò con la motosega al massimo urlando: “Figlio di pu**ana, ti ammazzo!”. Per fortuna riuscii a schivare, tornai dentro casa e chiamai la Polizia che in un primo momento non mi credette, ma urlando al telefono riuscii a farmi mandare una pattuglia.

Una volta arrivati parlarono con me e con lui, che disse che lo avevo aggredito. Un poliziotto mi prese da parte e mi disse: “Che lo denuncia a fare? Questo è matto, che vuoi che gli fanno?”. Non lo denunciai e dopo due mesi e mezzo mi denunciò lui per aggressione e diffamazione.

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Dopo qualche tempo mi trasferii con la mia compagna in un appartamento di sua proprietà sul litorale della nostra città, un piccolo appartamento che ristrutturammo per avere la nostra indipendenza e soprattutto la nostra tranquillità.

La vicina al piano terra (una vecchia megera di circa 80 anni) aveva sempre il televisore a palla perché sorda. Il suo cane abbaiava senza sosta e se le si diceva qualcosa rispondeva che noi giovani di oggi non abbiamo rispetto.

Al piano superiore un’altra signora camminava con i tacchi giorno e notte, sbattendo porte e cassetti senza un perché e a qualunque ora. Se le si diceva qualcosa rispondeva che in casa propria faceva quello che le pareva.

L’altra signora al piano di sotto affittava con AirBnB, un via vai di gente che faceva festa per un paio di giorni e poi se ne andava. Se le si diceva qualcosa rispondeva che la casa l’aveva pagata fior di quattrini e doveva pagare il mutuo.

Negli anni ristrutturarono tutte le palazzine intorno a noi (non sto nemmeno a dirvi i rumori che cominciavano alle 6 di mattina e finivano verso le 19). La signora con i tacchi ristrutturò il suo appartamento e gli operai usavano il martello pneumatico dalle 6:30 tutte le mattine fino a quando non sfondarono il tetto del mio bagno.

Un maledetto vecchio bastardo che ha delle roulotte su un terreno a circa 50m da dove abitavo faceva lavori col ferro dalle 5 della mattina. Quando la mia compagna gli andò a chiedere se poteva cominciare dalle 8 (io, in tutto questo, lavoravo sempre di notte) la cacciò con una chiave inglese in mano dicendole di farsi i cazzi suoi.

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Scesi per riempirlo di botte e la mia compagna mi fermò dicendo di non mettermi nei guai. Cercai di farmela passare e nei giorni successivi fece di tutto per farmi sbroccare fino a quando una domenica, di nascosto dalla mia compagna, esasperato, gli sparai ad una gamba con la mia carabina ad aria compressa.

8 giorni di prognosi e un cerotto. Mi denunciò per aggressione a mano armata e visto che avevo anche l’altra denuncia finii nei guai seri. Patteggiai e pagando profumatamente il mio avvocato mi diedero sei mesi con la condizionale. In tutto questo dissi ai carabinieri che comunque lui faceva lavori abusivi per terzi, ma mi dissero che il fatto non sussisteva.

Dopo di questo, e visto che tutto continuava da parte di tutti i vicini, cominciai a soffrire di ansia e attacchi di panico. Poco dopo scoprii che avevano fatto una raccolta firme per cacciarmi dall’isolato, perché dicevano che ero un soggetto che aveva rovinato il quartiere. Tenni duro e continuai ad avere attacchi di ansia.

Nel frattempo (e torniamo al tempo presente) arriva la pandemia. In pieno lockdown totale, nel palazzo, entrano ed escono persone a tutte le ore, la maggior parte delle quali non abitano nemmeno nel palazzo. Chiamo la municipale e quando vengono mi dicono che non è vero nulla e che se li richiamo mi denunciano per procurato allarme.

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L’ansia e gli attacchi di panico diventano i miei migliori amici tanto che mi rompo una mano contro un muro. Decidiamo di andarcene e andiamo a vivere a casa di mia suocera in un paesino vicino la nostra città. Mia suocera è una stronza, ma ha una casa talmente grande che spesso nemmeno la vediamo. Sembra che le cose comincino a migliorare.

Passa il lockdown e gli appartamenti vicino al nostro vengono riaffittati. Il problema è che vengono quasi tutti affittati a gente disastrata. Praticamente da circa un anno va avanti a risse davanti alla nostra porta di casa, musica a qualsiasi ora della notte e litigi furiosi tra coniugi ubriachi.

Abbiamo chiamato i carabinieri più e più volte con altri vicini civili del nostro vicolo. Vengono una volta su 5 e quando vengono dicono che non possono fare nulla perché la maggior parte delle volte questi non hanno documenti. Da qualche giorno a questa parte, in una di queste case affittate, si è rotto il bagno quindi l’inquilino fa i suoi bisogni in un secchio e quando è pieno la butta tranquillamente per strada lanciandola lungo la discesa.

Ora con la mia compagna stiamo cercando di comprare una casa in mezzo ad un bosco. Spero che i miei prossimi vicini siano cinghiali, tassi, volpi e lupi. Purtroppo è tutto vero, ma volendo possiamo farci una risata tutti insieme, sperando che chi è nelle nostre stesse condizioni non si senta solo.

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