Mio marito è un poliziotto e al contrario di quello che può sembrare, visto da fuori, è continuamente, interpellato dai vicini di casa che lo vedono come lo “sceriffo” del palazzo.
Posso capire che sia un figura di riferimento per molti, ma a volte se ne escono con frasi assurde tipo “mi mandi qualcuno a pattugliare la mia cantina?”
Oppure “Hanno sporcato la rampa delle scale, non è che puoi scoprire chi è stato”? Una delle più divertenti è stata quella di un condomino che chiedeva a mio marito se potesse mettere sotto controllo il telefono di un altro inquilino che, a suo dire, se la intendeva con la moglie (che poi, al limite, sarebbe stato più logico pensare di mettere sotto controllo quello di lei).
Ovviamente non mancano quelli che credono nell’ onnipotenza degli uomini in divisa e cercano di usare le conoscenze per i loro interessi. La frase più ricorrente è “puoi fare niente per questa multa?” Evidentemente in pochi sanno che ormai certe procedure sono totalmente automatizzate e neanche il Papa potrebbe evitare di ricevere una busta verde in Vaticano
Sono anni che sento richieste assurde, al limite della follia, spesso, quando il marito racconta, ci facciamo qualche risata insieme ma è proprio vero che non c’è limite al peggio e quando pensi cosa altro mai potrà succedere, ti ritrovi con la vicina incazzatissima con il marito, reo, a suo dire di aver comunicato il suo numero di telefono a un ben non identificato “centro di controllo”.
Davanti alle mie perplessità, mentre mio marito raccontava il simpatico scambio di vedute con la vicina in oggetto, lui mi spiega che la vicina l’ha accusato di aver comunicato i suoi dati personali, senza permesso a “qualcuno” (il centro di controllo appunto) e da li, le è arrivato un messaggio di prova “IT ALERT”.
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