Volevo raccontarvi di quando ho vissuto con due coinquilini che sembravano usciti da una serie tv fastidiosa.
E di come il karma, a volte, lavora per te. In silenzio.
Allora: io avevo una stanza, loro erano una coppia (non ufficialmente, ma sì).
Lui suonava la chitarra elettrica senza ampli, ma pestando le corde come se stesse allenando il polso per una gara di taglialegna.
Lei aveva una passione per i tutorial di yoga… alle sei di mattina.
Con volume da discoteca e tappetino nel corridoio comune.
In cucina occupavano sette sportelli su otto.
Nel frigo, il ripiano con la scritta “per tutti” era sempre pieno di loro marmellate artigianali scadute, ma guai se prendevi per sbaglio mezza oliva dalla loro zona.
Pulizie? Solo teoriche.
Il turno lo saltavano sempre con la stessa scusa:
– “Ah ma oggi abbiamo meditazione”
– “Ah ma ieri ho avuto una visione”
– “Ah ma le energie erano pesanti”
Pesante era il bagno dopo che ci passavano loro.
Una volta ho trovato un biglietto appeso alla lavatrice:
“Non spaventarti se senti vibrazioni: stiamo riequilibrando il sistema.”
Era solo la centrifuga.
Ma secondo loro l’elettrodomestico “comunicava”.
Ora arriva il bello.
Dopo settimane di panni sparsi, concerti rumorosi e cene collettive NON concordate (sì, invitavano gente senza dirlo), decidono di organizzare una festa.
A sorpresa.
A casa nostra.
Un martedì sera.
Io me ne vado a dormire da un amico.
Loro fanno casino, ballano, urlano, si fanno pure il karaoke con la base della stampante a getto d’inchiostro.
Giorno dopo…
salta la luce.
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