L'erba del vicino non è sempre più verde

Coinquilini, Storie dal vicinato

Tutt’altro.

Leggo sempre i vostri racconti di vicini e coinquilini, e oggi mi è venuta voglia di raccontarvi il mio.
Anche se, lo ammetto, all’inizio non sembrava una storia a lieto fine.

Tre anni fa, per motivi economici (cioè: affitto alle stelle e conto in banca da horror), ho deciso di dividere casa.
Mi sono ritrovato a vivere con due ragazzi stranieri: Amir e Luis.
Uno veniva dalla Siria, l’altro dall’Ecuador.
Simpatia subito?
NO.
Tutt’altro.

Amir cucinava zuppe che profumavano tutta la casa come un hammam in fiamme.
Luis aveva una passione sfrenata per la salsa a volume da discoteca… alle sette di mattina.
Io, da bravo italiano medio, volevo solo pace, pasta e telegiornale a basso volume.

Ci siamo sopportati per i primi mesi.
Male.
Con sguardi stanchi e battute passive-aggressive tipo “buona serata, buon concerto” o “bello il tuo deodorante al coriandolo bruciato”.

Poi è successo qualcosa di strano.
Un giorno ero malato, febbrone, buttato sul divano, solo.
Amir è entrato in cucina, ha cucinato una zuppa enorme e me ne ha portata una ciotola.
Non ha detto niente, solo sorriso.

Ecco un altro VDI:   Santone

Una settimana dopo, Luis mi ha trascinato di peso (letteralmente) a un suo barbecue improvvisato sul balcone:

“Stai sempre in casa come una pianta triste.”

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