Ciao raga,
vi devo assolutamente raccontare questa cosa perché secondo me nel mio palazzo c’è un patto segreto tra i gatti e i vicini.
Allora, io ho un gatto, si chiama Poldo.
Classico gatto rosso con la personalità di un sindaco.
Decide lui chi può passare nel cortile, chi può sedersi sulla panchina, chi può avvicinarsi al portone.
Tutti lo conoscono, tutti lo salutano.
Fin qui tutto ok.
Il problema è che Poldo entra in casa di tutti.
Lo fa da sempre.
Si infila tra le gambe della gente, sgattaiola sulle scale, si addormenta davanti agli zerbini altrui e quando ha fame torna come se niente fosse.
E il bello è che i vicini lo assecondano.
Tutti.
C’è la signora del primo piano che gli lascia il tonno (di marca, eh).
Il ragazzo del secondo gli ha costruito un trespolo con una scatola di scarpe e un cuscino.
La coppia dell’ultimo piano gli ha fatto una ciotola con scritto “ospite”.
Io all’inizio mi sentivo in colpa.
Facevo il giro a suonare i campanelli per chiedere scusa:
“Scusate, è entrato il mio gatto…”
E loro:
“Ma no! Anzi, oggi era tranquillo, si è fatto anche accarezzare!”
Cioè, raga, c’è gente che ha parenti con cui non va così d’accordo.
Il punto massimo lo abbiamo toccato quando sono tornato da un weekend fuori e un vicino mi ha detto:
“Tranquillo, Poldo ha dormito da noi, l’abbiamo visto un po’ giù di morale.”
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