L'erba del vicino non è sempre più verde

Storie dal vicinato

Per tutti quelli che: “Sapevi che c’era un bar, perché hai scelto quella casa?”

Ora che ne sono “uscita” (ma non ho ancora metabolizzato del tutto), vi racconto la mia esperienza avendo come vicino un bar.

La racconto anche per spezzare una lancia in favore agli ultimi post che parlavano di bar VDM e per spiegare a coloro che commentano “se già ci stava il locale perché hai preso casa lì?”. Ogni situazione è soggettiva e vi assicuro, non auguro nemmeno al mio peggior nemico di avere un bar sotto casa.

Dunque: 2 anni e mezzo fa ho preso in affitto un appartamento sopra il locale di un mio amico. Questo bar veniva aperto solo il sabato sera ed era più un ritrovo per la nostra compagnia, essendo piccolo il nostro paese. Quindi non mi ero posta il problema del casino essendo che stavo al bar anche io e che intorno all’una, massimo le 2, si andava tutti a casa e non si facevano feste. Insomma, un bar tranquillo.

A marzo 2020 il mio amico decide di chiudere il locale per via del COVID, ma tanto ha comunque un lavoro fisso, quindi per lui zero problemi e io vivo tranquillamente due anni meravigliosi, tant’è che al mio amico (proprietario del “mio” appartamento) dico che sono intenzionata ad acquistare l’appartamento, non subito, ma entro la fine del 2022.

L’autunno scorso, per vie trasversali oltretutto, vengo a sapere che il mio amico ha deciso di affittare il bar ad un ragazzo. Ammetto di non averla presa bene per 2 motivi: 1) avrei voluto saperlo direttamente da lui per poterne parlare; 2) conosco il ragazzo e immagino che ci sarà baldoria.

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Mai e poi mai avrei pensato che lo affittasse a qualcun altro, visto che parlava di “smontare” il locale per trasformarlo in un appartamento per il figlio. Vabbè.
Il ragazzo apre e sin dai primi giorni si concretizzano i miei dubbi in merito alla gestione del bar: musica a palla, urla, schiamazzi dentro e fuori, sporcizia varia, calcetto a tutte le ore e via dicendo. Inizio a sclerare perché se questo era il preludio, la cosa non andava assolutamente bene. Subito prendo il ragazzo, gli spiego la situazione e gli sottolineo il fatto che lavorando a turni in fabbrica ho necessità di garantirmi il sonno, altrimenti non riesco a lavorare e blabla. Lui si scusa, mi promette che dopo le 24 non sentirò più nulla etc.

Niente, non capisce una mazza e va avanti come cazzo gli pare per un mese sino a quando, presa dalla totale disperazione, scendo alle 2 di notte e lo prelevo dal bar, chiedendogli la cortesia – quanto meno – di abbassare la musica e di far smettere il calcetto dopo le 24, come ci eravamo detti. Finalmente pare capire ed effettivamente, per i successivi 15 gg, non sento più musica o “rumori molesti” (tenete conto che comunque, ho iniziato sin da subito a dormire con i tappi).
In questo mese, comunque, posso dirvi che avrò dormito una media di 3 ore a notte dopo un turno al lavoro, ho cominciato ad avere crisi nervose, scattavo sempre anche per piccole cose come ad esempio le persone appoggiate alla mia ringhiera per dire, piangevo dal nulla e senza motivo, tremavo e il bar era una costante nella mia testa. Ci pensavo dalla mattina alla notte, anche al lavoro o se uscivo a fare la spesa. Non potevo nemmeno prendere una decisione perché lavoravo tutto il giorno ed onestamente non sapevo come muovermi.

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Finalmente cala il lavoro ma le mie crisi vanno avanti tant’è che litigo con tutti, non sono più lucida, perdo peso etc. Mi dico di tenere duro, tra qualche mese gli scade il contratto ed il casino è diminuito ma poi: per due volte in due settimane vengo svegliata all’una di notte dal rumore del calcetto che i tappi – ahimè – non attutiscono (problema che aveva promesso di risolvere), poi scopro che ogni 3×2 ha organizzato una festa con dj.

No, non ce la posso fare.

Ah, non pensate che non abbia parlato con il proprietario dell’immobile, il mio “amico”. Lui: “Scusa, ad averlo saputo prima non glielo avrei mai affittato. Se acquisti la casa, ti copro io i costi dell’insonorizzazione” e blabla e ‘sto cazzo. Certo, adesso che rischi di perdere il mio affitto annuale e la possibilità di pigliare almeno 170.000€ sull’acquisto da parte mia della casa, mi lecchi il culo? Troppo tardi.

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Magari parlarne prima insieme? Chiaramente non ti avrei mai vietato di affittarlo, in fondo che colpa ne ha il ragazzo se la casa l’hai costruita col polistirolo?Magari ci saremmo trovati tutti e 3 prima dell’apertura a parlare ed a chiarire certi punti, di modo da non arrivare ad essere esaurita, no? Così magari avrei evitato mesi di tappi e assenza di sonno con tutto ciò che ne consegue.

Vabbè, incazzata come una iena ho preso le mie cose e mi sono trasferita in un monolocale, l’unica cosa che ho trovato attualmente in questo paese (ma pure una baracca di legno sarebbe andata bene pur di andar via da lì).

Ho pianto tanto, perché ormai casa mia era quella e avevo mille progetti in merito ma ragazzi, vi assicuro, vivere sopra un bar non è per niente semplice e non mettete in croce chi si lamenta di questo, perché sono situazioni che non si scelgono. Si possono prevedere – sì – ma come nel mio caso non lo avrei mai immaginato, altrimenti col cavolo che sarei andata lì a vivere. Quindi cercate di capire tutte le situazioni e di essere empatici, perché non è semplice.

  1. Giovanni

    Ho avuto anche io un bar salagiochi nel seminterrato di un condominio, ma al massimo per l’una di notte facevo calare i rumori, biliardino chiuso, niente musica da mezzanotte. Mi piace dormire e mi sono sempre messo nei panni dei condomini.

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