Non so se serve, ma leggo spesso i racconti che pubblicate e mi avete fatto venire in mente qualcosa.
Avevo circa 7 anni, erano gli ultimi anni ’30. Si viveva tutti stretti, non solo nelle case, ma anche nelle faccende.
Abitavamo in una corte, di quelle dove c’erano una dozzina di famiglie. Non c’era molto, ma c’era tutto. Se una mamma aveva finito il lievito, lo prendeva dalla vicina senza chiederlo nemmeno. Se un papà si rompeva la bicicletta, ci pensava l’altro con un filo di ferro e un po’ di ingegno.
I bambini giocavano con le biglie e il gesso per terra. Quando pioveva, si stava sotto il portico e si raccontavano storie. Le donne cucivano assieme. E nessuno chiudeva mai a chiave la porta di giorno.
Mi ricordo una signora che tutti chiamavano “la Maria grande”, che preparava le frittelle per i figli… e sempre ne avanzavano due per me. Diceva che non lo faceva apposta, ma non ho mai creduto a quella bugia.
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