Sono tornato per qualche giorno dai miei, principalmente per lavorare. Da casa mia la connessione ogni tanto fa i capricci e avevo bisogno di qualcosa di stabile. Paradossalmente, ho trovato la fibra ma ho perso l’udito.
Perché? Perché i loro vicini sono l’incarnazione del caos.
Avevo già scritto tempo fa di questi individui — una specie di tribù urlante che sembra vivere in uno spin-off de Il Signore delle Tapparelle. E no, non sto esagerando.
Sono qui da mezza giornata, ho appena acceso il pc per mettermi al lavoro e dopo esattamente 4 minuti e mezzo ho già alzato la musica. Non qualcosa di rilassante, eh. Slipknot.
Deciso. Non a palla, perché comunque ho bisogno di concentrazione, ma abbastanza da farmi sentire dentro un garage in fiamme.
Eppure li sento.
Li sento lo stesso.
Sento la madre che parla con quella voce da megafono incorporato. Sento le bambine che sembrano partecipare a un reality show dove si vince solo se si strilla. Sento i mobili che scricchiolano, scorrono, sbattono — e io non capisco: li spostano ogni due ore? Hanno un abbonamento con un traslocatore fantasma?
E poi ci sono le tapparelle.
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