Vi leggo sempre e oggi ho deciso di scrivervi anch’io, perché certe volte il destino fa meglio di qualunque regolamento condominiale.
Questa è la storia del mio vicino, che chiamerò Maurizio del terzo piano, perché si chiama proprio così e vive al terzo piano.
Maurizio è uno di quelli che non sbaglia mai.
Lui sa tutto.
Su tutto.
Dalle finestre lasciate aperte al meteo, dalla raccolta differenziata alle condizioni cardiache del cane della signora dell’attico.
Lui sa, osserva, giudica.
E parla.
Sempre.
Se stendi i panni e gocciolano, ti suona.
Se arrivi con la spesa e non chiudi il portone in 0,3 secondi, ti rimprovera.
Una volta mi ha detto che le mie scarpe (sul mio zerbino) “non rispettavano il decoro”.
Ero appena rientrato da un turno di 11 ore.
Ma la sua vera ossessione era il parcheggio.
La nostra via ha pochissimi posti liberi.
Maurizio non ha il box, ma ha fatto mettere due vasi di cemento davanti casa per “evitare che si parcheggiasse troppo vicino all’ingresso”.
Solo che quei vasi… erano sempre davanti a dove metteva la sua auto.
Sempre.
Risultato: posto riservato, non dichiarato, ma difeso peggio di un bunker.
Ogni volta che qualcuno provava a parcheggiare lì, lui usciva con il metro a nastro e misurava le distanze.
Una volta ha fatto spostare una macchina di 12 centimetri.
Dodici.
Perché “usciva dal rispetto laterale previsto dal codice”.
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