Scrivo perché dopo anni di silenzio e sorrisi forzati, oggi ho voglia di raccontarlo.
Nel nostro palazzo ci sono i “dottori”.
Non nel senso medico.
Nel senso di “ci teniamo a farvelo sapere ogni volta che firmiamo qualcosa”.
Uno è avvocato (non civilista, per inciso), l’altro lavora in finanza.
Una coppia elegante, con cane minuscolo e SUV gigantesco.
Vivono con l’idea che il resto del condominio sia un sottofondo.
Ogni decisione presa senza di loro viene vissuta come un affronto personale.
Ogni riunione è un TED Talk su quanto siano competenti, e quanto gli altri siano inadeguati.
Una volta abbiamo approvato (a maggioranza) il rifacimento delle ringhiere.
Non erano d’accordo.
Nonostante tutto fosse stato comunicato regolarmente, hanno reagito con una PEC in maiuscolo:
“INTENTEREMO AZIONE LEGALE PER ANNULLARE LA DELIBERA.”
La leggenda dice che lo abbiano urlato pure al portiere.
La minaccia era chiara: hanno soldi, e li useranno.
Per mesi, ci hanno fatto vivere in uno stato di suspense legale.
Lettere, controlettere, mail con “in allegato vi rimettiamo”, toni sempre più ridicoli.
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