L'erba del vicino non è sempre più verde

Storie dal vicinato

Il ciclo migratorio del vicino da città a campagna (e ritorno)

Nel mio palazzo c’era una coppia, Ivano e Loretta, sulla sessantina. Gente tranquilla, educata, un po’ snob forse, ma sempre molto discreta. Due anni fa ci annunciano che vendono tutto e si trasferiscono “in campagna, per sempre”.

Avevano trovato questo casale “immerso nel verde”, con orto, camino, vista sulle colline e “niente condomini, niente traffico, solo silenzio e natura”. Salutano tutti come se stessero per salpare su una nave per il paradiso.

Per i primi mesi li rivediamo ogni tanto, quando tornano in città per sbrigare delle pratiche. Ogni volta ci dicevano sempre la stessa frase:
“Ragazzi, in campagna si vive. Qui c’è solo stress.”

Ci portavano uova fresche, formaggi “fatti dal contadino” e racconti idilliaci tipo:

  • “Al mattino senti solo gli uccellini.”

  • “La gente è più vera.”

  • “Abbiamo imparato a fare il pane in casa!”

Finché, circa un anno dopo, una mattina, li rivediamo sul pianerottolo. Con scatoloni.
Ivano aveva lo sguardo spento, Loretta un principio di tic nervoso.

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La versione breve è che sono tornati in città.

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