L'erba del vicino non è sempre più verde

Storie dal vicinato

Il caffè interrotto

Buongiorno, mi presento: sono Paolo, ho 35 anni, vivo in un condominio tranquillo alla periferia di Milano con mia moglie e nostro figlio di due anni. L’altro giorno stavo preparando il caffè in cucina, davanti al balcone che dà sul corridoio condominiale. Era una mattina luminosa, perfetta per iniziare bene la giornata.

Ad un certo punto, ho sentito dei passi nella tromba delle scale. Mia moglie fa sempre mille raccomandazioni su mio figlio—“non lasciare le porte aperte”—e infatti il tempo di dire “passaggio” e lui scappa fuori per andare a bussare alla porta della vicina: la signora Barbara, una gentile pensionata che ci guarda sempre con aria dolce, ma che da un po’ mi pare un po’ spaesata.

E allora succede il fattaccio: Barbara, nella sua dolce distrazione, apre la porta verso il corridoio dove c’era un’impronta piccolissima, non guarda bene… e si ritrova dritta in casa mia. Io, con la tazza di caffè ancora fumante in mano, faccio un balzo all’indietro, il caffè trabocca, ma per fortuna non cade. Il cuore mi va in mille pezzi, ma poi vedo Barbara lì, in pantofole rosa, con l’espressione più imbarazzata del mondo.

Ecco un altro VDI:   Chiunque si lamenta, nessuno fa

“Paolo, scusami tanto… pensavo fosse la mia porta”, mi dice con un filo di voce, rossa in viso. Io le rido su: “Ci sta! Vuoi un caffè?”, dico. E le porgo la tazza. Lei si unisce a noi: si siede sul divano, mio figlio le offre una macchinina, e in quell’istante la scena si trasforma in puro cinema familiare.

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