L'erba del vicino non è sempre più verde

Storie dal vicinato, vicini incivili, Vicini invadenti

i balconi condominiali.

Vi scrivo per condividere il mio piccolo dramma quotidiano:
i balconi condominiali.
O, come li chiamiamo tra noi vicini: le trincee della civiltà.

Abito in una palazzina anni ’60, classico stile con balconi affacciati l’uno sull’altro.
In teoria ognuno ha il suo spazio, in pratica siamo tutti sullo stesso terrazzo, solo con barriere decorative.

La signora del secondo piano ha trasformato il suo in un vivaio verticale.
Non si vede più la ringhiera.
Solo piante, vasi, rampicanti e una fontanella da giardino che ogni tanto gorgoglia da sola.
Una volta le ho chiesto se avesse tempo per curarle tutte, mi ha detto:

“Le parlo ogni sera, come i figli.”
Ora non passo più troppo vicino, per sicurezza.

Il vicino al terzo lo usa come magazzino/stanza hobby/zona fumo.
Ci sono:
– due biciclette
– tre sacchi della spazzatura “in attesa”
– una tastiera elettronica
– e un materasso piegato.
Ogni tanto esce, fuma, guarda il cielo e suona “My Heart Will Go On” con un dito solo.

Ecco un altro VDI:   Il gatto

Poi c’è l’incubo del primo piano: il balcone-griglia.
Loro fanno la carne ogni domenica.
Ogni.
Singola.
Domenica.
D’estate, d’inverno, sotto la pioggia.
Ho preso il bucato cotto due volte.

Ma il meglio è la signora Gina, al quarto.
Ha un balcone di un metro e mezzo.
Su cui stende, fuma, cucina con la friggitrice ad aria (giuro), guarda la tv sul tablet, e parla con l’amica al telefono gridando:
“LO SAI CHE TI SENTO MA NON TI ASCOLTO?”

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