Mi chiamo Marta, ho 34 anni e vivo in una casetta a schiera a Monza. Non sono proprio la vicina più espansiva del quartiere: tra turni, lavoro da casa e la palestra saltata per la quinta volta di fila, non è che socializzi molto. Ma con gli animali ho sempre avuto un’attrazione fatale.
Domenica scorsa, mentre sistemavo le piantine sul balcone, sento un miagolio insistente. Mi affaccio: sul ciliegio del giardino condominiale c’è Nebbia, il gatto dei miei vicini del piano di sopra. Bianco, elegante e spocchioso come sempre, ma stavolta palesemente nel panico. Era salito su un ramo altissimo e non sapeva più scendere.
Guardo meglio: è lassù da un pezzo. I vicini non sono in casa. Niente scale alte, niente mezzi. Ma mi torna in mente un video visto su Instagram: una tizia aveva calato una scatola appesa a una corda e il gatto ci era saltato dentro. Sembrava una stupidaggine, ma tanto valeva provare.
Corro in garage, recupero una scatola di cartone bella robusta (era quella del frullatore), ci metto dentro un asciugamano e un po’ di croccantini. Lego la corda alle maniglie e inizio a calarla piano piano, con un bastone per tenerla in bilico.
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