Qualche settimana fa scendo in cantina per cercare una vecchia stufa elettrica. Sposto uno scaffale in fondo, ed ecco la sorpresa:
una botola verticale. Un’apertura. Un varco spazio-temporale.
No, scherzo.
C’era un buco. Bello largo. Tipo finestra bassa da film horror, solo che invece dei fantasmi…
vedevo dentro la cantina del mio vicino.
Gli suono:
– “Senti, lo sai che le nostre cantine comunicano?”
Lui scende con me, guarda il buco e dice:
– “Eh? Ma io lì c’ho appoggiato un mobile! E le gomme invernali!”
– “Appunto. Le vedo.”
Rimaniamo un attimo in silenzio. Poi lui fa:
– “Ma… allora… io è un anno che sento dei rumori e pensavo fossero i topi.”
– “No guarda, ero io che cercavo la moka.”
A quel punto parte l’indagine. Scopriamo che almeno tre cantine sono collegate tra loro tipo escape room, con finti muri fatti di assi di legno, reti da pollaio e mobili Ikea incastrati a mo’ di parete. Nessuno ha mai capito chi li ha messi. Nessuno ha mai chiuso davvero.
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